mercoledì 17 agosto 2011

PRODOTTI TIPICI ITALIANI

Gli elementi che caratterizzano i prodotti tipici sono: memoria storica, localizzazione geografica, qualita' della materia prima e tecniche di produzione.

                                                                                

Aglio bianco polesano DOP

Origini e zona di produzione

La coltivazione dell’aglio bianco polesano vanta una lunga tradizione che risale agli inizi dell’Ottocento, anche se in realtà i primi accenni di tale coltura risalgono ai Romani. Nel corso degli anni la sua importanza per l’economia del polesine è cresciuta notevolmente tanto che oggi nella zona si produce circa il 90% dell’aglio veneto e il 60% del prodotto nazionale. Per questo motivo l’aglio viene anche chiamato l’oro bianco del Polesine.
La zona di produzione dell’Aglio Bianco Palesano DOP comprende i seguenti comuni del Polesine (Provincia di Rovigo): Adria, Arquà Polesine, Bosaro, Canaro, Canda, Castelguglielmo, Ceregnano, Costa, Crespino, Fiesso Umbertiano, Frassinelle, Fratta, Gavello, Guarda Veneta, Lendinara, Lusia, Occhiobello, Papozze, Pettorazza, Pincara, Polesella, Pontecchio, Rovigo, S. Bellino, S. Martino di Venezze, Villadose, Villamarzana, Villanova del Ghebbo, Villanova Marchesina.

Caratteristiche

L’aglio bianco polesano DOP è l’ortaggio a bulbo della specie Allium sativum L., nell’ecotipo locale bianco polesano e nella varietà Avorio, che si contraddistingue per il colore bianco lucente, la forma del bulbo, l’elevata resa in sostanza secca che lo rende ben conservabile, e il particolare profilo aromatico, che risulta meno pungente e più persistente, con note gradevoli di erba tagliata di fresco o dolce fruttato.
  Amarene brusche di Modena IGP                                                                    

Origini e zona di produzione

L'origine delle «Amarene brusche di Modena - Marene» è attestata da una storia plurisecolare. Nel modenese il ciliegioè tradizionalmente presente, di solito accorpato in pochi esemplari, presso i casolari di campagna. Di ciò è, tra gli altri, testimone fin dal 1820 il grande botanico Giorgio Gallesio.
Zona di produzione: è rappresentata esclusivamente dall'intero territorio amministrativo della provincia di Modena e dal territorio limitrofo della provincia di Bologna, limitatamente ai seguenti comuni: Anzola nell'Emilia, Bazzano, Castel d'Aiano, Castello di Serravalle, Crespellano, Crevalcore, Monte S. Pietro, Monteveglio, San Giovanni in Persiceto, Sant'Agata Bolognese, Savigno, Vergato.

Caratteristiche

La confettura “Amarene brusche di Modena” è il risultato di pratiche di trasformazione esclusivamente tradizionali, che sono quelle riconducibili alla metodologia della concentrazione per evaporazione termica del frutto. Al momento della trasformazione è prescritto che il prodotto sia maturo. Il requisito viene controllato attraverso un esame visivo dei frutti, i quali devono presentare una colorazione uniforme su almeno il 90% degli stessi. La lavorazione inizia con il privare i frutti dei noccioli e dei piccioli. L’operazione una volta veniva condotta a mano, mentre oggi si svolge utilizzando passatrici o denocciolatrici meccaniche.
Il succo e la frutta vengono quindi avviati al concentratore, dove si aggiunge zucchero saccarosio.
Arance Rosse di Sicilia IGP                                                                       

Zona di produzione

Provincia di Catania - Comuni: Catania, Adrano, Belpasso, Biancavilla, Caltagirone, Castel di Judica, Grammichele, Licodia Eubea, Mazzarrone, Militello Val di Catania, Mineo, Misterbianco, Motta Sant'Anastasia, Palagonia, Paternò, Ramacca, Santa Maria di Licodia, Scordia e Randazzo limitatamente all'area detta "isola di Spanò".
Provincia di Siracusa - Comuni: Lentini, Francofonte, Carlentini, Buccheri, Melilli, Augusta, Priolo, Siracusa, Floridia, Solarino, Sortino e Noto.
Provincia di Enna - Comuni: Centuripe, Regalbuto, Catenanuova e Troina limitatamente all'area detta "Cugno di Troina".
Provincia di Ragusa - Comuni: Acate, Comiso, Chiaramonte e Vittoria.

Varietà

Varietà Tarocco: si pensa nasca da una mutazione gemmaria del comune Sanguinello scoperta in un agrumeto di Francofonte tra otto e novecento. La maturazione nei terreni in collina e meglio esposti inizia a metà di dicembre e termina, nelle aree tardive, verso metà maggio.
Varietà Moro: originaria della zona di Lentini e ora diffusa nelle aree di Catania e Siracusa, questa cultivar è la prima a maturare tra le arance rosse: è possibile gustarla dai primi di dicembre a metà marzo.
Varietà Sanguinello: è presente da lungo tempo nelle aree arancicole delle province di Catania e Siracusa. Insieme al Sanguinello moscato, è la più importante cultivar italiana di media stagione: infatti la maturazione inizia in febbraio ma il grosso della raccolta avviene tra marzo e aprile.
Asparago Bianco di Cimadolmo IGP                                                                               

Zona di produzione

La zona di produzione è formata dal territorio di 11 Comuni situati lungo il corso del fiume Piave, in Provincia di Treviso: Cimadolmo, Breda di Piave, Fontanelle, Mareno di Piave, Maserada sul Piave, Oderzo, Ormelle, Ponte di Piave, San Polo di Piave, Santa Lucia di Piave e Vazzola.

Caratteristiche

I turioni dell'Asparago bianco di Cimadolmo sono totalmente bianchi, interi, di aspetto e odore freschi, sani, puliti e praticamente esenti da ammaccature. Presentano un odore e un sapore particolarmente delicati, sono teneri e privi di fibrosità.
Basilico Genovese DOP                                                                 

Zona di produzione

La zona di produzione del "Basilico genovese" D.O.P. è delimitata al solo versante tirrenico del territorio amministrativo della regione Liguria con delimitazione individuabile nello spartiacque.

Caratteristiche

Si distingue per le sue foglie di dimensione medio-piccola, con forma ovale e convessa, ed il colore verde tenue che le caratterizza. Il profumo è - rispetto ad altri tipi di basilico - particolarmente delicato ed assolutamente privo di quella fragranza di menta spesso riscontrabile in questo frutto della terra quando viene coltivato in altre località.
                  
Carciofo Romanesco del Lazio IGP 

Zona di produzione

La zona di produzione e' limitata ad alcune aree delle provincie di Viterbo, Roma e Latina, e comprende i comuni di Montalto di Castro, Canino, Tarquinia, Allumiere, Tolfa, Civitavecchia, Santa Marinella, Campagnano, Cerveteri, Ladispoli, Fiumicino, Roma, Lariano, Sezze, Priverno, Sermoneta, Pontinia.

Caratteristiche

Viene chiamato anche "cimarolo" o "mammola", ha forma sferica, compatta e non ha spine. Si raccoglie da febbraio a maggio, ed è largamente impiegato nella preparazione di piatti tipici (carciofi alla Giudia, alla romana, alla matticella...).

Castagna di Vallerano DOP

Cenni storici e zona di produzione

Zona di produzione: territorio del comune di Vallerano in provincia di Viterbo. A Vallerano ci sono circa 635 ettari di castagneti. Le prime testimonianze scritte della coltivazione della Castagna di Vallerano risalgono al 1500, ma le grotte di tufo destinate alla conservazione delle castagne e i «radicci» (piccoli edifici destinati alla essiccazione delle castagne) sparsi nei boschi, fanno ritenere che l’economia e l’alimentazione legata a questo prodotto risalga molto più indietro nel tempo.

Caratteristiche

La Castagna di Vallerano DOP ha una pezzatura piccola (96-120 acheni/kg), media (71-95 acheni/kg) e grossa (50-70 acheni/kg). La forma è prevalentemente ellissoidale a volte globosa, con apice appuntito terminante con residui stilari (torcia) ed una cicatrice ilare di forma quadrangolare, generalmente piatta. Il pericarpo è sottile facilmente distaccabile, di colore bruno-rossiccio, con episperma color camoscio. Il seme, quasi privo di solcature in superficie, ha polpa bianca, croccante e di gradevole sapore dolce molto resistente alla cottura.

Cipollotto di Nocerino DOP

Zona di produzione

La zona di produzione del “Cipollotto Nocerino DOP” è concentrata nell’agro sarnese-nocerino in provincia di Salerno e nell’area pompeiano-stabiese in provincia di Napoli. I Comuni interessati sono 21, di cui quelli salernitani sono: Angri, Castel San Giorgio, Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Pagani, Roccapiemonte, Sarno, San Marzano sul Sarno, S. Egidio del Monte Albino, San Valentino Torio, Scafati, Siano, mentre quelli in provincia di Napoli sono: Boscoreale, Castellammare di Stabia, Gragnano, Poggiomarino, Pompei, Santa Maria La Carità, Sant’Antonio Abate, Striano e Terzigno.

Caratteristiche

Il “Cipollotto Nocerino DOP” caratterizza i bulbi della specie Allium Cepa L. (cipolla) prodotti da oltre 2000 anni nell’agro pompeiano-nocerino. Gli ecotipi varietali locali riferibili alla DOP sono: Nocera (varietà iscritta nel registro CE delle ortive), Precoce la Regina, Precoce Meraviglia, Marzatica fredda, Marzatica calda, Nocerese, Bianca di Castellammare, San Michele, Giugnese.
Le caratteristiche distintive, a livello tecnico-mercantile, del “Cipollotto Nocerino DOP” sono: un calibro alla raccolta di 2-4 cm (fa parte delle cipolle di medio-piccole dimensioni), bulbo tunicato di forma cilindrica, schiacciata ai poli, con leggero ingrossamento alla base delle foglie, colore delle tuniche interne ed esterne interamente bianco, polpa succulenta e di sapore dolce, foglie di color verde intenso, di forma lineare terminante a punta. Essendo una cipolla a raccolta primaverile (da marzo a giugno) è utilizzata soprattutto per il consumo fresco, non avendo un’elevata propensione alla conservazione.

Clementine del golfo di Taranto IGP

Zona di produzione

Zona di produzione: comuni di Palagiano, Massafra, Ginosa, Castellaneta, Palagianello, Taranto e Statte.

Caratteristiche

Presentano una forma sferoidale, leggermente schiacciata ai poli ed una buccia liscia o leggermente rugosa, di colore arancio con un massimo del 30% di colorazione verde. L’aroma è intenso e persistente. L’esperidio è apireno, con una tolleranza pari ad un massimo del 5% di frutti contenenti non più tre semi.

Fico Bianco del Cilento DOP

Zona di produzione

La zona di produzione del “Fico Bianco del Cilento” DOP comprende ben 68 comuni, posti a sud di Salerno, dalle colline litoranee di Agropoli fino al Bussento e in gran parte inclusi nell’area del Parco nazionale del Cilento e del Vallo di Diano.

Caratteristiche

Il Fico Bianco del Cilento DOP è derivato da uno specifico ecotipo della cultivar Dottato, che si è andato selezionando e diffondendo nel Cilento nel corso dei secoli: il "Bianco del Cilento".
Prodotto avente caratteristiche uniche e di assoluto pregio, apprezzate anche all'estero, il “Fico bianco del Cilento” DOP deve la sua denominazione al colore giallo chiaro uniforme della buccia dei frutti essiccati, che diventa marroncino per i frutti che abbiano subito un processo di cottura in forno. La polpa è di consistenza tipicamente pastosa, dal gusto molto dolce, di colore giallo ambrato, con acheni prevalentemente vuoti e ricettacolo interno quasi interamente pieno. Tali caratteristiche, considerate di eccellenza per la categoria commerciale dei fichi essiccati, sono appunto i tratti distintivi che qualificano il “Bianco del Cilento” DOP sui mercati.

Fungo del borgotare IGP

Zona di produzione

Comprende il territorio idoneo dei comuni di Borgotaro ed Albareto in provincia di Parma ed il comune di Pontremoli in provincia di Massa Carrara.

Caratteristiche

Per "Fungo di Borgotaro", nella tradizione e nel commercio locale, si intendono le quattro specie di porcino Boletus edulis, Boletus aereus, Boletus aestivalis e Boletus pinophilus.

Zona di produzione

Provincia di Rovigo: Comuni di Lusia, Badia Polesine, Lendinara, Costa di Rovigo, Fratta Polesine, Villanova del Ghebbo;
provincia di Padova: Comuni di Barbona, Vescovana e Sant’Urbano.

Caratteristiche

Si presenta nelle due varietà: Capitata o Cappuccia e Crispa o Gentile.
Capitata o Cappuccia:
- foglia compatta e ondulata con margine intero di un colore verde medio brillante soggetto a sensibili variazioni in relazione all’andamen­to climatico;
- peso medio del cespo variabile dai 200 ai 450 gr.
Crispa o Gentile:
- foglia bollosa con margine frasta­gliato, di colore verde chiaro bril­lante soggetto a sensibili variazioni in relazione all’andamento climati­co;
- peso medio del cespo variabile dai 150 ai 450 gr.

Kiwi latina IGP

Zona di produzione

Comprende 24 comuni distribuiti nelle province di Latina e Roma. Per la provincia di Latina i comuni interessati sono: Sabaudia in parte, Latina in parte, Pontinia, Priverno, Sezze, Sermoneta, Cori, Cisterna di Latina, Aprilia. Per la provincia di Roma i comuni interessati sono: Ardea in parte, Pomezia in parte, Marino, Castel Gandolfo, Albano Laziale, Ariccia, Genzano di Roma, Lanuvio, Velletri, Lariano, Artena in parte, Palestrina, Zagarolo, San Cesareo, Colonna.

Caratteristiche

Il frutto è costituito da grosse bacche ovoidali dalla buccia di colore bruno chiaro con una sottile ma robusta epidermide e una fine peluria bruna. La polpa è di un intenso color verde smeraldo chiaro. I semi, piccoli e neri, sono disposti a raggera attorno al fulcro centrale del frutto.


Limoni di Sorrento IGP
Di origini antiche, se è vero che la presenza di limoni nell’area sorrentina è certificata da documenti storici del 1500, il Limone di Sorrento IGP ha in effetti antenati genetici che risalgono addirittura all’epoca romana. Su numerosi dipinti e mosaici rinvenuti negli scavi di Pompei ed Ercolano sono raffigurati limoni molto simili agli attuali “massesi” e “ovali sorrentini” che testimoniano l’utilizzo di tali frutti profumati sulle mense dei nostri avi latini.
Le più importanti testimonianze sulla presenza dei limoni nella zona risalgono all’epoca rinascimentale. Atti di vendita, dipinti, trattati di letteratura e di botanica ci raccontano dell’impiego dei limoni prodotti localmente per i più svariati usi, anche se dobbiamo attendere il 1600 per avere la certezza della coltivazione in forma specializzata, come risulta dagli atti dei locali Padri Gesuiti.
Ancora oggi esiste uno dei primi fondi coltivati, nominato appunto “Il Gesù”, situato nella Conca di Guarazzanno, tra Sorrento e Massalubrense. Questa testimonianza avvalora la tesi che è proprio da questi due comuni della penisola sorrentina che hanno avuto origine i nomi delle varietà da cui si trae il prodotto: “Ovale di Sorrento” e “Massese”.
Citato nelle opere di Torquato Tasso, nativo proprio di Sorrento, Giovanni Pontano e Giambattista della Porta, il Limone di Sorrento IGP arriva fino all’800, quando lo storico Bonaventura da Sorrento ne testimonia la spedizione in tutto il mondo, soprattutto attraverso i bastimenti diretti verso l’America.

Zona di produzione

Comprende parte del territorio dei comuni di Vico Equense, Meta, Piano di Sorrento, Sant’Agnello, Sorrento, Massa Lubrense, Capri e Anacapri.

Caratteristiche

Presenta una forma ellittica e simmetrica, dimensioni medie-medio grosse ed un peso non inferiore ad 85 grammi. La buccia è di spessore medio di colore giallo citrino. La polpa è di colore giallo paglierino, con succo abbondante con elevata acidità.


Mela della Valtellina IGP

Zona di produzione

La zona di produzione e di condizionamento comprende molti comuni della provincia di Sondrio.

Caratteristiche

Le varietà riconosciute sono la Golden Delicious, la Stark Delicious, e la Gala.
- la varietà Gala possiede polpa mediamente compatta, molto succosa; il sapore è dolce, poco acido;
- la Golden Delicious si contraddistingue per durezza, croccantezza e succosità; il sapore è dolce e l’aroma intenso;
- la Red Delicious presenta un profumo intenso con note di miele, gelsomino ed albicocca. La polpa presenta durezza, croccantezza e succosità elevate; l’aroma è di media intensità.
Altra peculiarità della Mela di Valtellina IGP è rappresentata dalla colorazione molto intensa dei frutti e dalla forma allungata, molto attraente; caratteristiche esaltate dall’irraggiamento solare particolare ottenuto per l’esposizione orografica unica della Valtellina.



Melanzana rossa di Rotonda DOP

Zona di produzione

La zona di produzione e condizionamento comprende l'intero territorio dei seguenti comuni della provincia di Potenza: Rotonda, Viggianello, Castelluccio Superiore, Castelluccio Inferiore.

Caratteristiche

L'aspetto tradisce questo particolarissimo ortaggio che lo avvicina per forma e colore piuttosto ad un pomodoro o ad un caco. infatti la Melanzana Rossa di Rotonda DOP è chiamata nella sua zona “melanzana a pomodoro”, in dialetto “ merlingiana a pummadora”, per le sue dimensioni piccole e tondeggianti e per il colore arancio striato verde, tendente al rosso più intenso quando è matura.
Il profumo ricorda il fico d’India, mentre al palato è piccante con retrogusto amarognolo.

Nocciola del Piemonte IGP

Zona di produzione

La zona di produzione è concentrata nelle province di Cuneo, Asti e Alessandria, in un areale compreso tra le colline delle Langhe, del Roero e del Monferrato.

Caratteristiche

La Varietà di nocciolo coltivata in Piemonte è la Tonda Gentile Trilobata. La Nocciola Piemonte è particolarmente apprezzata dall'industria dolciaria per i suoi parametri qualitativi quali: forma sferoidale del seme, - gusto ed aroma eccellenti dopo tostatura, elevata pelabilità e buona conservabilità .

Oliva nocellara del bellice DOP 

Zona di produzione

La zona di produzione delle olive da tavola "Nocellara del Belice" comprende i territori vocati per caratteristiche pedologiche e climatiche, individuati dagli organi tecnici dalla Regione Sicilia, nei comuni di Castelvetrano, Campobello di Mazara e Partanna in provincia di Trapani.

Caratteristiche

L’Oliva Nocellara del Belice DOP, nella varietà verde o nera, ha una pezzatura grande con polpa consistente. Le sue caratteristiche organolettiche la rendono ideale per la conservazione in salamoia.
Peperone di Pontecorvo DOP
Le origini storiche del Peperone di Pontecorvo risalgono al 1830, quando il principato di Pontecorvo ricadeva nel dominio della Santa Sede: se ne ritrova traccia in un opuscolo in cui si riporta tra le colture orticole, la produzione di peperone di Pontecorvo. La nascita del Consorzio Agrario, nel maggio del 1889 ha definitivamente dato un efficace contributo alla coltivazione del peperone che negli anni successivi è sensibilmente aumentata fino a diventare una delle risorse principali della zona.
Il Peperone di Pontecorvo è prodotto in provincia di Frosinone, nel comune di Pontecorvo e in parte dei comuni di Esperia, S. Giorgio a Liri, Pignataro Interamna, Villa S. Lucia, Piedimonte S. Germano, Aquino, Castrocielo, Roccasecca e San Giovanni Incarico.

Caratteristiche

La polpa è sottile, il sapore dolce, la cuticola più sottile rispetto ad altri prodotti corrispondenti allo stesso genere merceologico. Le caratteristiche che lo rendono unico sono l’elevata sapidità e la sua migliore digeribilità associata ad una buccia sottile.
I terreni sui quali viene coltivato il Peperone di Pontecorvo sono molto fertili, particolarmente ricchi di elementi nutritivi e permettono, in combinazione con le caratteristiche di piovosità della zona geografica, la coltivazione di un prodotto con una elevata sapidità. Ai fattori naturali si associa il contributo offerto dal lavoro degli operatori del luogo che hanno saputo selezionare di anno in anno le migliori bacche locali, producendo giovani piantine in semenzai accuratamente preparati e scegliendo per queste le cure colturali più adatte così da valorizzare le qualità proprie dell’ecotipo.

Pesca di Verona IGP

Zona di produzione

La zona di produzione della Pesca di Verona IGP è limitata alla provincia di Verona e in particolare comprende l'intero territorio dei comuni di Bussolengo, Buttapietra, Castel d'Azzano, Mozzecane, Pastrengo, Pescantina, Povegliano, S. Giovanni Lupatoto, Sommacampagna, Sona, Valeggio sul Mincio, Villafranca, Castelnuovo del Garda, Lazise, Sant'Ambrogio di Valpolicella, San Martino Buon Albergo, Verona, Zevio.

Caratteristiche

Tale indicazione è riservata alle pesche a polpa bianca ed a polpa gialla ed alle nettarine a polpa gialla delle cultivar a maturazione precoce, media e tardiva appartenenti alla specie Persica vulgaris, Mill.
Il colore dell’epidermide dei frutti è molto esteso e intenso, la polpa è consistente e succosa, di sapore caratteristico dovuto al giusto equilibrio fra grado zuccherino e acidità legato alla scarsa attività vegetativa delle piante ed al particolare clima.
Radicchio rosso di Treviso IGP
Il radicchio rosso di Treviso IGP, tradizionale espressione della cultura rurale del Trevigiano, è una cicoria che deriva dalla specie botanica Cichorium Intybus L. e tra le produzioni orticole viene classificato, unitamente al Radicchio Variegato di Castelfranco Veneto, tra le cicorie da forzare e da imbiancare.
Di origine incerta, il radicchio appare in Italia nel XVI secolo in provincia di Treviso, presso Dosson, dove da cibo della povera gente, grazie a particolari tecniche (forzatura, imbianchitura, condizionamento) si trasformò nel più pregiato e ricercato degli ortaggi che crescono nella stagione fredda. Ciò nonostante se ne hanno notizie sicure e documentate solo a partire dalla seconda metà dell’800.
La sua consacrazione avviene ad opera dell’agronomo lombardo Giuseppe Benzi che, trasferitosi nel 1876 a Treviso come insegnante e divenuto responsabile dell’Associazione Agraria Trevigiana, diede vita alla prima Mostra del radicchio il 20 dicembre del 1900, nella Loggia di Piazza dei Signori a Treviso.
In un articolo di giornale del ‘900 il radicchio è descritto così: “….modesto dapprima, quasi pauroso di cattiva accoglienza, non usciva dalla provincia se non per ricordare a qualche lontano amico i dì felici…e il patrio nido…e il giovin core: esce oggi a quintali, a carri, a vagoni interi, penetra in tutte le regioni italiane, supera il mare arrivando in America; valica l’Alpe giungendo nel cuore dell’Europa”.
I semi del radicchio rosso di Treviso e del Variegato di Castelfranco sono andati anche in orbita sullo Shuttle nella missione STS-95 del 1998, nell’ambito del progetto SEM della NASA, mirato alla sperimentazione degli effetti della microgravità sui semi e sulle piante.
La zona di produzione si estende a 17 comuni in provincia di Treviso, 2 in provincia di Padova e 5 in provincia di Venezia.

Caratteristiche

Il radicchio rosso di Treviso IGP presenta un cespo di forma allungata ed è prodotto nei tipi precoce e tardivo. Il primo si caratterizza per il cespo voluminoso e ben chiuso. Le foglie sono di colore rosso intenso con una nervatura principale molto accentuata di colore bianco. Hanno un sapore leggermente amarognolo e consistenza mediamente croccante.
Il secondo mostra delle foglie serrate, avvolgenti che tendono a chiudere il cespo nella parte apicale. Per questo le foglie hanno un colore rosso vinoso intenso, un sapore gradevolmente amarognolo ed una consistenza croccante.
La zona di produzione si estende a numerosi comuni nella provincia di Ravenna (Brisighella, Casola, Valsenio, Castelbolognese, Faenza, Riolo Terme, Solarolo), di Forlì (Modigliana, Tredozio) e di Bologna (Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Castel del Rio, Castel Guelfo, Dozza, Fontanelice, Imola, Mordano).

Scalogno di Romagna IGP

Caratteristiche

Lo Scalogno di Romagna presenta dei bulbi di forma regolare a fiaschetto di dimensioni non superiori ai 2 cm con buccia coriacea. Colorazione, profumi, sapori, aromaticità e finezza lo differenziano da tutte le altre varietà coltivate in altre regioni italiane e all'estero. I bulbi dello scalogno di Romagna sono gustosi, aromatici e delicati in grado di garantire al prodotto un ruolo gastronomico unico e particolare.
L’area di produzione comprende 20 comuni localizzati intorno a Canicattì ed appartenenti alle province di Agrigento, Caltanissetta e la zona alle province di Agrigento, Caltanissetta e la zona di Mazzarrone, in provincia di Catania.
Uva da tavola di Canicatti IGP
L’area di produzione comprende 20 comuni localizzati intorno a Canicattì ed appartenenti alle province di Agrigento, Caltanissetta e la zona alle province di Agrigento, Caltanissetta e la zona di Mazzarrone, in provincia di Catania.

Caratteristiche

Il colore dell’uva di Canicattì va dal giallo al giallo pallido; gli acini sono grossi e la polpa carnosa e croccante. Ha un aroma di moscato ed un profumo gradevole. Oltre ad essere buonissima fresca, si può utilizzare in cucina per marmellate, dolci, gelatine e sorbetti.
Susina di DRO  DOP
Con la Denominazione di Origine Protetta «Susina di Dro» si tutela il frutto fresco della cultivar locale Prugna di Dro, comunemente detta Susina di Dro.
L’attenzione alle peculiarità di questo frutto in termini di contenuto in polifenoli e in zuccheri trova riscontro in studi pubblicati fin dal 1975. Questa raccolta di dati unita ad alcuni più recenti studi di caratterizzazione testimoniano quanto le proprietà della «Susina di Dro» siano da tempo concretamente riconosciute e tutt’ora confermate. La cultivar locale «Prugna di Dro» è stata selezionata nei secoli dalla sapienza agricola dei contadini della zona di produzione, che derivavano le nuove piantine prevalentemente da seme o pollone radicale, esercitando un continuo controllo ed una pressione di miglioramento genetico massale basata sull’osservazione dei caratteri fenotipici legati soprattutto alle caratteristiche produttive degli impianti e organolettiche dei frutti.

Caratteristiche

All’atto dell’immissione al consumo i frutti freschi devono essere interi, di aspetto fresco e sano, puliti, privi di sostanze ed odori estranei, di forma ovale, moderatamente allungata, con polpa compatta, ricoperti dalla caratteristica pruina biancastra. La «Susina di Dro» è una cultivar autoctona, di lunga tradizione, coltivata e stabilizzatasi geneticamente nel tempo nelle Valli del fiume Sarca. Il particolare pregio della DOP «Susina di Dro» è legato al suo contenuto in polifenoli i quali influenzano in modo determinante i caratteri organolettici, il colore ed il sapore del frutto e rivestono un grande interesse dal punto di vista farmacologico. I frutti sono caratterizzati anche dal contenuto minimo in zuccheri, determinante per la definizione del gusto dolce-acidulo tipico di questo ecotipo locale.